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,,, BAMS photo Rodella/ Jaca Book
, Veduta aerea
Denominazione Basilica Concattedrale di S. Andrea - complesso
Altre denominazioni Concattedrale di S. Andrea Apostolo
Basilica di S. Andrea
ComuneMantova
Località
Indirizzo Piazza Andrea Mantegna
Mappa
GeoreferenziazioneEst: 1641070, Nord: 5002200, Quota s.l.m: 0 mt
Collocazione
Ambito tipologicoArchitettura religiosa e rituale
Definizione tipologicaChiesa
Ambito culturale
Notizie storicheData di riferimento - Intero bene

, sec. XV

Impianto strutturale L'edificio viene volontariamente calato nell'angusto spazio di una piazza immersa nel fitto tessuto urbano accanto al monastero. Presenta uno schema a croce latina con aula unica e breve, ampio transetto; su ciascun lato d ella navata si aprono tre grandi cappelle quadrate ricavate in spessore di muro. Sul lato sinistro della facciata svetta il campanile tardogotico in cotto, unica parte superstite dell'antica chiesa benedettina pre-albertia na.
Autore
  • Alberti Leon Battista , progetto
  • Fancelli Luca , direzione lavori
  • Juvarra Filippo , sopraelevazione cupola
Condizione giuridicapropriet Ente religioso cattolico
Bibliografia
  • Autori vari , Il Sant'Andrea di Mantova e Leon Battista Alberti ( 1974 ) - MANTOVA
  • Calzona A. , La rotonda e il palatium di Matilde ( 1991 ) - PARMA
  • Restori V. , Mantova artistica sotto forma di guida ( 1937 ) - MANTOVA
  • Mantova storia , Mantova : la storia, le lettere, le arti ( 1958 ) - MANTOVA
Info compilazione

Provincia di Mantova
Funzionario responsabile Sbravati, Moira
Aggiornamenti / revisioni2009
Ribaudo, Robert
VAL
Compilazione
2009
Balzarini Maria Grazia
VAL
Referente scientifico
Cassanelli Roberto
VAL
Descrizione
L'Alberti modifica l'orientamento del preesistente sacrario in modo da all ineare la nuova chiesa all'asse viario che collega l'area del palazzo sign orile con la zona di S. Sebastiano, presso la quale sorger pi tardi anch e Palazzo Te. La facciata della chiesa viene cos a incombere, solenne e m onumentale emblema dell'autorit gonzaghesca, sull'angusto spazio di una p iazza immersa nel fitto tessuto urbano del cuore medievale della citt, ac canto al palazzo della Ragione e alla Rotonda di S. Lorenzo. Sul lato sini stro della facciata svetta il campanile tardogotico in cotto (1413-14), al leggerito dalle grandi aperture a trifora e dall'alto coronamento conico: si tratta dell'unica parte superstite della costruzione precedente l'inter vento albertiano, insieme con il breve tratto di chiostro monastico visibi le uscendo dal braccio settentrionale del transetto. Nel prospetto dell'ed ificio, l'Alberti propone la tipologia ad arco trionfale gi sperimentata nel Tempio Malatestiano di Rimini, qui modellata per sull'esempio dell'ar co di Tito a Roma, a un solo fornice affiancato da setti murari. Tale sche ma liberamente coniugato a quello della fronte di tempio, ispirata al Pa ntheon romano; un'alta fascia modanata separa l'ordine gigante da un front one classico, alla cui base si scarica il peso di un gigantesco nicchione, che raggiunge la quota della volta della navata centrale consentendone l' illuminazione. Tale inconsueto elemento doveva probabilmente inserirsi, ne l progetto albertiano, in una composizione pi ampia, rimasta incompiuta. Introduce alla basilica un maestoso, profondo portico coperto da tre volte a botte con lacunari, ispirate alla grandiosit dell'architettura tardoro mana, che costituisce una sorta di spazio osmotico tra esterno e interno, di cui anticipa l'assetto nel motivo dell'arco affiancato da tratti di mur o. La moderna classicit di questo prospetto, ottenuta attraverso una disi nvolta rielaborazione del repertorio antico, costituir un significativo m odello di riferimento per buona parte dell'architettura cinquecentesca, a partire dal Palladio. In linea con la concezione albertiana - e classica - della bellezza archit ettonica come proporzione, l'intero edificio risulta regolato da un precis o rapporto proporzionale basato su un modulo quadrato di 20 braccia mantov ane, che compare per quattro volte nel prospetto (se tagliato all'altezza dell'architrave) e istituisce un rapporto di 6:2 fra lunghezza e larghezza della navata venendo cos a costituire l'elemento matematico di collegame nto tra esterno e interno della chiesa. La limpida articolazione dell'inte rno, di proporzioni grandiose, prevede uno schema a croce latina con aula unica e breve, ampio transetto pure a spazio unificato; su ciascun lato de lla navata si aprono tre grandi cappelle quadrate ricavate in spessore di muro; navata e cappelle sono coperte da volte a botte decorate con lacunar i. Il modello quello tempio etrusco, noto attraverso la descrizione di V itruvio. A tale riferimento vanno aggiunte le suggestioni dell'architettur a termale romana e di grandiosi edifici civili di et tardoimperiale, qual e per esempio la basilica di Massenzio. L'effetto di solenne spazialit dell'interno della basilica coadiuvato d all'azione della luce naturale, che penetra dal giro dei dodici finestroni aperti nel tamburo della cupola. In posizione centrale e ben visibile a t utti grazie alla particolare concentrazione luminosa, un ampio genuflessor io segna il punto in cui, nella cripta sottostante, custodita la reliqui a, cuore dell'edificio e della devozione che lo origina. Se la zona absidale e la cupola furono affrescate solo nel Settecento e il transetto trov il suo assetto definitivo solo nel secolo successivo con la ricollocazione di alcuni monumenti funebri provenienti da chiese soppre sse o distrutte, il ricco apparato decorativo delle cappelle laterali rifl ette la variegata intensit della cultura figurativa del Cinquecento manto vano.
VAL
Notizie storiche
Il marchese Ludovico era entrato in aperta contesa con il monastero benede ttino che dall'XI secolo era stato annesso alla chiesa di S. Andrea, avvia ndo una trattativa con la Santa Sede per la soppressione del convento. Mot ivo di tanto interesse e reale oggetto del contendere era la reliquia dell a terra bagnata dal sangue di Ges, che secondo la tradizione fu nascosta, nel luogo dove sorse poi il sacrario, da Longino, il soldato che l'avrebb e raccolta ai piedi della croce dopo aver colpito Cristo al costato, per p oi convertirsi e subire, infine, il martirio. L'obiettivo del marchese, "i ntendentissimo in architettura", era dunque quello di fare della chiesa ri costruita il simbolo monumentale del nuovo prestigio della signoria e il p rogetto albertiano del 1470 parve poter interpretare pienamente tali esige nze, coniugando recupero dell'antico a reinvenzione attraverso citazioni, analogie, libere rielaborazioni, in un 'moderno' concetto di classicit so stenuto da una piena coerenza d'insieme e da un rigore filologico ormai ma turo. Ma quando, nel 1472, Ludovico ottiene da Sisto IV la soppressione de ll'antico monastero e, fatta abbattere l'antica chiesa, inaugura il nuovo cantiere, Leon Battista Alberti gi morto: S. Andrea dunque realizzata interamente dal toscano Luca Fancelli, gi impegnato presso la corte mant ovana, che vi lavora per una ventina d'anni a cominciare dalla facciata - secondo un prassi assai insolita -, per proseguire con il corpo di fabbric a anteriore seguendo piuttosto fedelmente il piano albertiano. I lavori de l cantiere si protraggono per circa tre secoli, alternando fasi di alacre attivit a lunghe battute d'arresto, per concludersi dopo la met del Sett ecento, quando viene innestata la luminosa, gigantesca cupola tardobarocca disegnata da Filippo Juvarra.
Aggiornata al19/11/2014
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